mercoledì 3 luglio 2013

"L'Ombra Del Vento" Carlos Ruiz Zafón

Può un libro affascinarti solo dalla copertina? Beh questo con me ha funzionato benissimo.

Sono rimasta per anni molto diffidente dall'avvicinarmi a questo autore, però la mia solita foga di capire come va il mondo e le mode ha fatto sì che io alla fine cedessi e dunque lo presi in prestito alla mia "ex" biblioteca di fiducia.
In un primo momento l'ho criticato sin dal principio per le troppe attenzioni verso i classici spagnoli, che comunque non sono conosciuti come lo possono essere quelli inglese, americani, francesi o tedeschi. Perché si sa, la Spagna ha sempre giocato un ruolo secondario durante il periodo letterario, non per altro sono pochi coloro i quali si sono distinti per il genio della creazione.
Dunque citarne così tanti, per un pubblico medio-basso, non credo sia stato molto adatto in quanto non tutti hanno una cultura tale da conoscerli, io feci il liceo linguistico e di letteratura straniera ne ho fatta parecchia assai, dunque non è stato un problema capire a cosa si riferisse e di cosa volesse intendere e da una parte devo dire mi ha fatto anche piacere, ma laddove ciò non è specificato, secondo il mio insulso parere, è inappropriato.



Ma passiamo oltre, beh alla fine mi è piaciuto. Un thriller ben strutturato, dei grandi momenti di suspance e pathos mi hanno fatto amare/odiare questo libro, mi ha fatto sorridere e anche commuovere, una storia brillante e innovativa che mi ha lasciato un bellissimo ricordo.
Questo Daniel Sempere, un ragazzo del tutto normale, alla fine si ritrova essere il protagonista della storia del libro che ha letto, una cosa geniale per alcuni versi e per i più acuti prevedibile, ma niente paura: io non rientro tra quelli, dunque godo del privilegio di poter apprezzare ogni libro perché non riesco a pensare al dopo e dunque identificare subito il finale, me lo "godo" fin in fondo.

Mi ha fatto emozionare e mi ha messo anche una certa inquietudine che credo nessun'altro libro mi abbia mai messo addosso, che dire, ho sempre rifiutato questo libro e ora mi ritrovo quasi a provare piacere se si dovesse ripresentare a me l'occasione di leggerlo.
Insomma mai lasciarsi oscurare da pregiudizi, leggete sempre anche ciò che pensate non leggereste mai, e fidatevi, perché sono sempre quei libri che vi stupiranno come nessun'altro. Insomma il mix di sentimenti che scaturisce questo romanzo è fantastico, il cimitero dei libri dimenticati è qualcosa di magnifico.

Zafon in questo libro si è rivelato un grande scrittore con una cultura magnifica e spero che se mai mi ritroverò a leggere altri suoi libri mi faranno lo stesso effetto di questo.
Sinceramente io non ne ho ricavato una morale, ma nella totalità mi ha lasciato esterrefatta, sarà che è stato il primo libro thriller che leggevo quindi fa questo effetto, ma non saprei.. a voi ha lasciato una particolare morale?


martedì 28 maggio 2013

"Le Sei Rincarnazioni di Ximen Nao" Mo Yan

Il passato, il presente ed il futuro racchiusi tutti in un solo libro...se esiste realmente la reincarnazione la vorrei tale e quale a Ximen Nao...

Visto che ogni tanto cambio autore? E che autore! Quando un libro lo trovi così per caso al 90% è sempre uno di quelli che ti ricorderai per tutta la vita, uno di quelli che ti rimane impresso nella memoria.

Una storia magnifica non solo sotto il punto di vista narrativo, ma anche rispetto al contenuto, un mix di storia, politica e fantasia in un libro che almeno una volta nella vita va letto per i seguenti motivi:
  1. Perché in Italia nelle scuole non ci insegnano nulla, nella maggior parte dei casi, delle culture orientali e di ciò che accade in questi posti, se se uno è interessato alla storia della Cina, qui vengono spiegati in maniera eccellente gli anni che vanno dal 1950 al 2000 e dunque di ciò che ha passato la Cina politicamente e storicamente; la Riforma Agraria di Mao Zedong, dunque il Partito Comunista, la Grande Carestia sino alla Rivoluzione Culturale.  
  2. Come vivevano i cinesi in quei tempi e gli orrori del comunismo a chi gli si opponeva non in maniera politica, ma per determinare la propria libertà.
  3. La bellezza e lo stile e la scorrevolezza del romanzo narrato dal punto di vista di Ximen Nao nelle sue reincarnazioni e dal figlio del suo bracciante sino alla sua rinascita in essere umano come "il bambino con la testa grande".
Insomma, motivi futili, ma che mi hanno fatto amare questo romanzo, sono rimasta colpita da come l'essere umano può essere crudele e allo stesso tempo riesce a perdonare il male che gli è stato fatto. 

Nao nelle sue varie reincarnazioni subisce una trasformazione, e non solo fisica dato che si reincarna prima in un asino, poi in un toro, poi in un maiale, poi in un cane ed infine in una scimmia (poi sarà di nuovo umano), ma intendo una trasformazione interiore, impara a non serbare alcun rancore e odio verso le persone ed è sorprendente come questo si sviluppi nei vari passaggi. La più bella a livello di crescita, secondo me, è stata la reincarnazione in cane dove la fedeltà che caratterizza questo animale è stata magnifica, fosse realmente così che i cani comprendono i sentimenti dell'uomo e gli stanno accanto per tutta la loro vita!

Beh direi che quel mondo così diverso e lontano dal nostro mi ha lasciato molto affascinata, ho amato ogni personaggio (e ce ne sono tanti) e ogni singolo sviluppo di ognuno di loro nella storia, insomma, forse oggi non trovo le parole adatte, ma è un libro meraviglioso che non deve spaventare per le sue 700 pagine anche perché una volta iniziato a leggere non riesci più a staccartelo dalla testa! Non è assolutamente pesante e credo che se si è predisposti si trova anche molto piacevole la narrazione adottata da Mo Yan, che si rende personaggio nella storia in modo comico e brillante.

"Sonno Profondo" Banana Yoshimoto


Alla fine nel vortice della depressione c'è sempre una via di fuga...anche quando tutto sembra così pesante da non riuscire a superarlo e l'unica cosa che si riesce a fare è dormire...


Diciamo che ultimamente sto leggendo parecchio ed in particolari libri della Yoshimoto, ma solo perché questo mese l'ho dedicato alla letteratura orientale cinese e giapponese, dunque mi sono focalizzata su qualcosa di nuovo di cui non sapevo assolutamente nulla.

Beh anche con questo libro la Yoshimoto mi ha colpito profondamente. 
La sensazione costante del vuoto che provano le tre protagoniste di questi tre racconti sono descritte in modo eccellente ed i temi ricorrenti dell'amore, della morte e dell'amicizia si fanno sentire perfettamente.
Sinceramente questa volta non mi sono immedesimata in nessuna di loro, ma penso di riuscire a capire i loro sentimenti, perché alla fine quel tipo di vuoto l'ho provato anche io.

Un vuoto che ti rende impossibile fare tutto, come per Terako, la protagonista del primo racconto che cade spesso in quel sonno profondo come da titolo, e che si risveglia solo al richiamo delle telefonate del non-suo uomo, in quanto sposato con una donna che è caduta in uno stato vegetativo. Quello stato che ti procura un sonno perenne, lo definirei quasi inconscio... un modo per non superare le difficoltà, un modo che rende impossibile la comunicazione dove è necessaria e godersi solamente quei momenti di falsa felicità che contribuiscono a un falso benessere psico-fisico.

Credo che comunque questi racconti che sono sempre segnati da una morte importante per le protagoniste ci vogliano far capire quanto sia importante, ogni tanto, svegliarci da i nostri sogni e vivere intensamente la nostra vita, senza aspettare troppo che giunga la fine...

"Tsugumi" Banana Yoshimoto

Piccole e fragili lo siamo un po' tutte...ma forti come Tsugumi non c'è ne sono!

Eh già! chi se lo sarebbe mai aspettato, il primo libro della Yoshimoto che ho letto, mi ha fatto davvero pensare su questo personaggio tanto assurdo quanto affascinante! Una ragazza segnata dalla malattia, ma che non si da per vinta! Una grande forza d'animo e una particolarità tutta da godersi. Così quando l'altro giorno(metaforico) ho finito questo libro mi sono resa conto di quanto a volte si tiene poco alle cose a noi care prima che le perdiamo. E così mi ha dato l'impressione di rivivere ricordi d'infanzia quando si andava in vacanza in un luogo per molto tempo e poi non ci si andava più. Certo qui è diverso il discorso, ma è questo a cui mi ha fatto pensare, oltre al fatto che a volte quando si incontra una persona che riusciamo a capire senza tanti sforzi, con la quale siamo legati per un qualche magico motivo, non dobbiamo lasciarcela scappare, non dobbiamo sprecare il tempo che passiamo con questa persona, perché è speciale.
Adesso ne ho in mente già 2 davvero speciali per me...spero che tutti ne abbiano almeno una! vabbè sentimentalismi a parte questo libro, come tutti i libri della Yoshimoto evocano quel senso di stallo, quei sentimenti nascosti che solamente leggendoli ci tornano alla mente. E' la dolcezza e l'eleganza con cui condisce il tutto è magica e ti fa immedesimare moltissimo nei suoi personaggi.. che dire.. un libro che rileggerei molto volentieri!
Perché d'altronde, tutti abbiamo bisogno di un essere speciale al nostro fianco no?

lunedì 6 maggio 2013

"Kitchen" Banana Yoshimoto


Ci stupiamo di quanto può essere dolorosa la morte?

Forse solo quando si prova una perdita si capisce un po' di più questa parola così oscura e lontana da noi: morte. Ma in realtà nemmeno tanto.

La Yoshimoto con questo libro, che tra l'altro è il suo esordio, mi ha sconvolto. Sono stata anche io vicina a questi temi per buona parte della mia piccola e breve vita, eppure ho capito al volo le sensazioni e i sentimenti dei protagonisti di questo libro.. un libro dove mi è stato possibile specchiarmi e vedermi ancora lì come la protagonista di "Moonlight Shadows" fissa sul ponte che si affaccia sul fiume ad aspettare di vedere qualcosa o qualcuno. Beata lei che ci è riuscita.

Già mi aveva preso il titolo, inoltre dato che mi stavo incentrando sulla letteratura Giapponese e Cinese mi ero detta: iniziamo con lei.  

Kitchen è un concentrato di emozioni e di sensazioni che solo chi lo legge con una particolare attenzione riesce ad estrarne qualcosa. Quel qualcosa per me è stato un sottospecie di elaborazione di tutto, un senso di solitudine che ti sopraffà quando ti senti perso e senza uno scopo
Mikage è quel tipo di persona che è stata quasi sconfitta dalla morte, che le ha portato via i genitori, i nonni e la sua "seconda mamma" Eriko, ritrovandosi poi in perfetta armonia con Yuichi quando anche lui rimane solo. Capisce i suoi sentimenti, capisce ciò che ha provato e che potrà provare e soprattutto passa quella fase che prende a tutti quando vengono a mancare persone care: desolazione
Alla fine tutti possono pensare, eh povera ha sofferto molto, perché magari a questi non è mai successo niente, per fortuna, e scongiurano il grande demone celeste di far sì che tutti i loro cari stiano in perfetta forma, ma per altri non è così. Per altri è una sconfitta, è l'inizio di una nuova vita, di un nuovo modo di pensare, ma non in senso positivo. In senso di adattamento. E' così...cerchiamo di vivere bene questa vita sebbene feriti dalla perdita dei nostri cari, ma continuiamo...lottiamo anche per loro.
Moonlight Shadows mi ha fatto pensare a tutto ciò, al fatto che alla fine dobbiamo riemergere dalle sofferenze per quanto dure siano e continuare a lottare anche per loro. Qui è ancora più profondo il tema della morte, vissuta da un punto di vista più vivido, più vicino, più sofferente in quanto ci viene descritto in maniera eccelsa dalla Yoshimoto. Satsuki solo alla fine riesce a reagire, solo con il fenomeno Tanabata capisce che deve andare avanti, forse è solo grazie a quell'evento e senza avrebbe continuato a soffrire, ma almeno lo capisce. Non per tutti noi questo momento arriva con questo nome, per lei è stato il Tanabata, per noi chissà che altro, ma l'importante è che ci arriviamo, è che reagiamo, è che continuiamo a vivere questa splendida vita che non torna due volte.

Sì questa Yoshimoto mi è piaciuta assai..non volevo fare una recensione, volevo solo scrivere ciò che mi passava per la testa quando ho letto questo libro, seppur ripetitive so che queste sono le emozioni che mi ha lasciato questo libro.